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RICORDO DI CAMALDOLI 2013


Ne avevo sentito parlare molto, il desiderio di andarci si riproponeva ogni anno e puntualmente ogni anno veniva rimandato per gli impegni universitari. Questa volta però è diverso…un po’ per scherzo una sera in gruppo ci diciamo “dai stavolta ci andiamo!”. E così si parte, io, Michele e Giulia, tre fucini vicentini in viaggio con destinazione Camaldoli!

E’ domenica mattina 28 luglio. Il viaggio di andata è lungo, un vero pellegrinaggio. Michele è già partito venerdì mattina insieme ad alcuni fucini padovani: in treno fino a Forlì e poi camminata con notte in tenda per poi proseguire con destinazione Camaldoli. Giulia invece è ad IO TE E RIO, evento che segue sulla spiaggia veneziana la GMG di Papa Francesco…arriverà lunedì.

La mia sveglia è presto 05.15, viaggio in macchina da Camisano fino alla stazione di Padova. Il treno arriva, sono le 06.20 e fuori è l’alba. Con un po’ di sonno salgo per poi affrontare gli infiniti cambi che mi porteranno fino al Monastero casentino: Padova-Bologna, Bologna-Prato, Prato-Firenze, Firenze-Arezzo. Ed arrivato ad Arezzo c’è un vecchio pullman che sembra guardarmi. Incontro alcune facce già viste da qualche parte…poi penso al Congresso nazionale di Rimini conclusosi da qualche mese…scatta una luce “siii sono anche loro fucini, i fucini siciliani, ed il gruppo di Roma!”. Tiro un sospiro di sollievo e mi dico “ok, missione compiuta, siamo sulla giusta strada”. Dopo due ore di pullman immersi in verdissime, quanto affascinanti, montagne, svoltiamo all’ultimo tornante. Di fronte a noi si erge imponente da oltre 1000 anni il Monastero Benedettino di Camaldoli che fin dalla fine degli anni ’30 (grazie all’ispirazione di quella straordinaria personalità ricordata in Fuci con il semplice ma fraterno nome di Montini) è diventato il punto di riferimento spirituale della Fuci.

Scendiamo tutti entusiasti e ci vengono incontro i fucini arrivati nei giorni precedenti: subito è una grande famiglia; “famiglia” è la parola giusta, l’essenza vissuta in questa settimana. Una settimana in cui si è respirata l’importanza di luoghi dove si è formata la nostra Federazione, dove ci si è seduti su quei muretti dei chiostri che tante persone hanno visto, che tante idee-parole-speranze hanno udito. Chissà quante corse lungo quella immensa e ripida scala in sasso all’entrata del Monastero, chissà quante risate su quei gradini. E poi c’è la sala del Landino, luogo che ha scandito ogni nostro giorno di questa I° Settimana fucina. Una stanza piena di storia, come ricorda la targa affissa e lì fin dal 1500, un luogo dove abbiamo potuto ascoltare il dibattito sulle “Beatitudini” e sulla “Ricerca della Felicità” con il Prof. Adriano Fabris, docente di Filosofia Morale all’Università di Pisa, e con Fratel Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose. Attimi davvero stupendi, dibattiti fra giovani ragazzi pieni idee e perché no anche di dubbi ma comunque desiderosi di impegnarsi, scambiarsi di idee, condividere il sapere, in una sola frase…“un vero momento di crescita”. E poi come dimenticare la veglia all’Eremo, le passeggiate in mezzo a questi boschi immensi che sembrano abbracciarti, le notti a vedere le stelle cadenti! Ed anche il Laurus, il liquore fatto dai monaci, e le serate passate fra giochi, canti e balli. E quella scansione giornaliera del tempo che ci accompagnava fin dalle lodi del mattino, per poi proseguire con l’ora media e terminare con la S.Messa; spiritualità che ci ha fatto fermare per mostrarci la semplicità dei valori cristiani, quando tutto il mondo fuori corre invece in senso opposto.

Questa è Camaldoli, un’esperienza straordinaria ed eterogenea in ogni sua giornata, mai uguale nelle cose che si fanno e nelle persone che si incontrano. Un’occasione imperdibile perché da essa nasce l’essenza della spiritualità nell’impegno cristiano in ambito universitario; un momento che ogni fucino dovrebbe provare almeno una volta nella vita perché ne vale veramente la pena!


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